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Social Media e elezioni: l’impatto dei nuovi media sulla politica

Oggi e ancor di più in seguito alle norme anti-assembramento, il web sta sostituendo le piazze. Una diretta Facebook, un post Instagram o un cinguettio su Twitter: la dialettica politica diventa social, virale, enfatica, sloganistica.

Sicuramente, ognuno di noi avrà visionato una inserzione a sfondo politico sui social network. I social network hanno contribuito a cambiare la politica, esacerbandone i toni; o viceversa, la politica ha pilotato i social trasformandoli in una terra di scontro tutti contro tutti?

Il marketing politico online

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Così come avviene per i prodotti, per i servizi e per i brand, anche la politica è diventata un’esperienza emotiva. L’utente deve dunque sentirsi coinvolto e parte integrante di un processo.

Il marketing politico ha dunque lo scopo di applicare i principi di base del marketing alle campagne politiche, cercando di anticipare le necessità e gli umori delle persone.

Tralasciando il marketing tradizionale, le potenzialità di quello online emergono nel 2008 con la vittoria di Barack Obama alle presidenziali americane. Attraverso una massiccia campagna online, in particolare incentrata sui contenuti video di YouTube, un vero e proprio outsider sbaraglia la concorrenza di Hillary Clinton alle primarie e di McCain alle presidenziali da assoluto sfavorito.

Grazie (anche) alle potenzialità della rete,
un outsider come Obama sbaragliò la concorrenza nel 2008

Le previsioni degli analisti di Princeton Election Consortium, basate su tecniche tradizionali, addirittura quotavano la vittoria di Clinton praticamente certa, al 99%. Eppure, i risvolti della rete furono incredibili…

In questo background cresce la popolarità social di Donald Trump: nel 2016 l’ex Presidente investe gran parte del suo budget per la campagna elettorale sul web (tra poco vedremo quanto) e fa larghissimo uso dei social. In particolare, si fa conoscere per un uso diretto e personale di Twitter, che utilizza in media 15 volte al giorno. Da questa data, i nuovi media hanno sostituito i vecchi media nell’immaginario politico.

Quanto influisce il web nelle elezioni politiche

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La ricerca Istat “Aspetti della Vita Quotidiana”, ci dice che il 32% degli italiani segue la politica attraverso la televisione; il 26% tramite il web, specialmente Facebook; tramite i quotidiani, solo il 15%.

Chi segue la politica solo sui social
vota per sentimenti forti, come rabbia o fiducia

Da qui, secondo la ricerca, cambia molto l’approccio al voto: chi la segue su internet stabilisce un rapporto diretto con il leader, inoltre è portato a votare per sentimenti forti, come la rabbia e la delusione, la fiducia e l’entusiasmo. Chi la segue in tv si identifica con il partito, sceglie la “fazione” per cui patteggiare ed è spinto a votare da un senso di dovere. Chi la segue sui quotidiani è più attento ai contenuti, dunque vota con più razionalità.

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Leggi anche: Gli effetti della quarantena sul mondo digitale
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Inoltre, hanno assunto sempre maggiore importanza le analisi del sentiment, ovvero l’approccio e le reazioni che i cittadini hanno in merito a politici, argomenti e notizie. Grazie ai social si può monitorare, comprendere e prevedere l’andamento delle intenzioni di voto in campagna. Ora è più chiaro perché su Facebook ci sono diversi tipi di reaction, che segnalano uno stato d’animo diverso a seconda dell’utilizzo?

Fake news e fact-checking in politica

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Il web e i social influenzano approccio e modalità al voto e lo fanno anche attraverso «fake news», notizie false create ad arte. Bufale che rimbalzano su migliaia di account Facebook, e che vengono prese per vere da altrettanti cittadini votanti.

Le fake news influenzano il voto
e tra le più diffuse ci sono notizie false contro gli immigrati

Uno studio di Oxford Internet Institute evidenzia che le bufale che hanno più successo riguardano temi populisti come l’odio per gli immigrati e che tra i maggiori diffusori di fake news c’è “Il Primato Nazionale”, un quotidiano italiano vicino ad ambienti di estrema destra.

Da qualche mese Facebook ha iniziato ad affrontare la questione delle fake news, attivando intelligenza artificiale e un team di fact-checker, che verificano la veridicità delle notizie pubblicate sul social e, in caso di “bufala”, le eliminano segnalando l’account che l’ha pubblicata. Qui l’azienda di Zuckenberg spiega come lavora in questa ottica.

Quanto spendono i politici in marketing online

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Nell’ottica della trasparenza, Facebook ha creato una policy molto stringente per le campagne pubblicitarie a tema politico e sociale. È necessario, infatti, seguire una procedura di riconoscimento per ottenere la possibilità di creare inserzioni politiche; in seguito, è obbligatorio mostrare il patrocinatore della campagna stessa: vedrete infatti le inserzioni con la dicitura “Sponsorizzato – Finanziata da Nome Politico/ Partito

inserzione facebook finanziata da partito politico

Inoltre, nella sezione «Libreria delle inserzioni» di Facebook, si possono trovare tutte le inserzioni pubblicitarie relative a contenuti di natura politica di tutti i Paesi del mondo. E, soprattutto, il dato dei budget utilizzati dai politici per le campagne sponsorizzate sul social.

La spesa dei politici italiani sui social

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In Italia, sono in aumento le campagne di sponsorizzazione riguardanti temi politici e sociali. Qualche dato sui politici che spendono di più sui social network:

  1. Matteo Salvini – 502.000 € da Aprile 2019 a Maggio 2022
  2. Matteo Renzi – 230.000 € da Aprile 2019 a Maggio 2022
  3. Carlo Calenda – 186.000 € da Aprile 2019 a Maggio 2022
  4. Silvio Berlusconi – 93.000 € da Aprile 2019 a Maggio 2022
  5. Giorgia Meloni – 70.800 € da Aprile 2019 a Maggio 2022
  6. Movimento 5 Stelle – 62.000 € da Aprile 2019 a Maggio 2022
  7. Nicola Zingaretti – 15.800 € da Aprile 2019 a Maggio 2022

Quanto hanno speso Trump e Biden alle ultime elezioni presidenziali
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Poco in confronto agli States: nelle elezioni presidenziali di Novembre 2020, gli sfidanti hanno utilizzato massicciamente le campagne Facebook. Secondo la Library, da inizio anno sono stati spesi quasi 2 miliardi di $ in inserzioni. E la sfida tra Donald Trump e Joe Biden, è stata vinta dall’ex Presidente in carica: 59 mln di $ contro 51 mln di $ di spesa.

La sfida presidenziale negli USA nel 2020 si è combattuta anche su Facebook:
Trump batte Biden 59 mln – 51 mln $ di spese di advertising

Numeri incredibili, che ci danno sempre più il senso di come i social e il web giochino un ruolo di assoluto protagonista nelle campagne elettorali.

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